
La dieta che non devi mai fare - Iccivitella.it
Dalle uova di tenia alle pillole tossiche, passando per il breatharianismo: un viaggio tra le mode alimentari più rischiose e i consigli degli esperti per una dieta sicura.
Nel corso della storia, la ricerca di metodi rapidi per perdere peso o “purificare” il corpo ha portato a sperimentazioni alimentari a dir poco eccentriche, spesso avvolte da pseudoscienza e mode effimere. Le diete più assurde, sebbene talvolta suscitino curiosità, rivelano quasi sempre l’assenza di basi scientifiche e, in molti casi, presentano rischi per la salute. Diamo uno sguardo approfondito ad alcuni esempi storici, con aggiornamenti e analisi alla luce delle conoscenze scientifiche attuali.
Dieta della Tenia: un parassita come strumento di dimagrimento
Tra le pratiche più estreme e inquietanti, la Dieta della Tenia, risalente al XIX secolo, proponeva l’ingestione di uova di tenia, un parassita intestinale, con l’idea che questo “mangiasse al posto dell’ospite”, favorendo la perdita di peso.
La scienza moderna conferma che questa pratica è estremamente pericolosa. La tenia non solo sottrae calorie, ma anche nutrienti essenziali causando gravi carenze vitaminiche e minerali. Inoltre, alcune larve possono migrare agli organi vitali, provocando neurocisticercosi, una condizione potenzialmente letale caratterizzata da epilessia e altre complicanze neurologiche. Non si tratta di una dieta, ma di un’infezione grave.
All’inizio del XX secolo, l’imprenditore statunitense Horace Fletcher (1849-1919), noto come “The Great Masticator”, diffuse una teoria alimentare basata sulla masticazione prolungata. Fletcher sosteneva che ogni boccone dovesse essere masticato almeno 32 volte o fino a raggiungere una consistenza liquida, per poi sputare i residui solidi, ingerendo solo il “nutrimento essenziale”.

Oggi sappiamo che, sebbene una masticazione attenta migliori la digestione e la sensazione di sazietà, l’eliminazione dei residui solidi comporta la perdita di fibre e micronutrienti indispensabili. La dieta di Fletcher, seppur innovativa per l’epoca, è scientificamente inefficace e nutrizionalmente inadeguata. La vera sfida rimane la qualità complessiva dell’alimentazione, come sottolinea la Fondazione Veronesi, che richiama l’importanza di una dieta equilibrata e ricca di fibre per la prevenzione delle malattie croniche.
Negli anni Venti e Trenta del Novecento, l’ossessione per la magrezza portò alla diffusione di pillole dimagranti contenenti sostanze tossiche come arsenico, stricnina e mercurio. Questi veleni venivano somministrati in microdosi con l’illusione di stimolare il metabolismo attraverso uno stato di intossicazione controllata.
Le conseguenze sono state devastanti: tali sostanze potevano indurre ipertiroidismo acuto, con tremori, tachicardia, insonnia e perdita muscolare pericolosa. La rapida perdita di peso osservata non era un segnale di salute, ma di avvelenamento in atto. La medicina moderna condanna tale approccio come estremamente dannoso.
Breatharianismo: nutrirsi di aria e luce solare
Una delle pratiche più controverse e pericolose è il Breatharianismo, teorizzato dall’australiana Ellen Greve, nota come Jasmuheen, che sostiene di vivere senza cibo né acqua, nutrendosi esclusivamente di “prana”, energia vitale derivata dall’aria e dalla luce solare.
Esperimenti televisivi hanno dimostrato che questa pratica è incompatibile con la fisiologia umana: la mancanza di alimenti e liquidi provoca rapidamente disidratazione severa, perdita di peso e collasso organico. Nel 1993 Jasmuheen ha dichiarato di assumere solo 300 calorie al giorno, ben al di sotto del metabolismo basale medio, che è di circa 1100 calorie. Durante un esperimento controllato, ha dovuto interrompere la prova dopo pochi giorni a causa di gravi sintomi di malessere.
La scienza ribadisce che il corpo umano necessita di nutrienti e acqua per produrre energia (ATP) e mantenere le funzioni vitali. Il Breatharianismo è una teoria priva di fondamento scientifico e rappresenta un grave rischio per la salute.