
Diritti dei contribuenti: cosa cambia? - iccivitella.it
Con la riforma ci sono molte trasformazioni per quanto riguarda i diritti dei contribuenti: ecco nel dettaglio cosa cambia.
Nuove importanti modifiche sono state approvate dalla Commissione Finanze della Camera dei Deputati in materia di Statuto dei diritti del contribuente, che andranno a incidere su tre aspetti fondamentali del rapporto tra fisco e cittadini: il contraddittorio preventivo, l’interpello e l’autotutela. Questi cambiamenti si inseriscono nel contesto del decreto correttivo relativo a IRPEF e IRES, che integra e modifica provvedimenti già introdotti con il D. Lgs 219 del 2023 e il D.L. 84/2025.
Contraddittorio preventivo: più tempo e trasparenza per il contribuente
Una delle novità più rilevanti riguarda il rafforzamento del contraddittorio preventivo. Secondo la nuova formulazione proposta nello Statuto, l’Amministrazione finanziaria è obbligata, prima di adottare un atto impositivo come l’avviso di accertamento, a comunicare al contribuente uno schema di atto che riproduce fedelmente il documento che si intende emettere.
Il contribuente avrà quindi un termine minimo di 60 giorni per presentare le proprie controdeduzioni oppure per richiedere l’accesso agli atti, un termine più lungo e definito rispetto al passato, quando non era previsto un limite minimo per questa fase. Questa modifica mira a garantire maggiore trasparenza e a favorire un confronto più ampio, con l’obiettivo di ridurre contenziosi e migliorare la qualità degli atti fiscali.
L’interpello, strumento utilizzato per ottenere chiarimenti dall’Agenzia delle Entrate su questioni interpretative di natura fiscale, vede una ulteriore riduzione del suo campo di applicazione. Già con la precedente riforma erano stati esclusi i privati cittadini e gli enti privati dalla possibilità di presentare interpelli, e ora questa restrizione si amplia.

Con il nuovo intervento, l’accesso all’istituto sarà riservato esclusivamente a soggetti rappresentativi di interessi collettivi, come associazioni sindacali, ordini professionali, enti pubblici, regioni ed enti locali. Le richieste di interpello non potranno più riguardare casi concreti e personali riferiti a singoli contribuenti, ma solo questioni di carattere generale e collettivo. Tale scelta è motivata dall’esigenza di limitare l’uso personalistico e spesso improprio di questo strumento, che aveva generato un pesante carico di lavoro per gli uffici dell’Agenzia delle Entrate e rischiava di trasformarsi in una forma di consulenza tributaria non regolamentata.
Un’altra modifica significativa interessa l’autotutela dell’Amministrazione finanziaria. Attualmente, questo istituto consente all’ente di annullare, in tutto o in parte, un atto impositivo qualora venga rilevato un errore. La proposta di riforma estende questo potere anche agli atti sanzionatori, permettendo così una maggiore flessibilità e capacità di correggere eventuali irregolarità o errori commessi in materia di sanzioni fiscali.
Questa estensione è vista come un passo importante per migliorare l’efficienza e l’equità dell’azione amministrativa, consentendo una revisione più agevole degli atti senza dover necessariamente ricorrere a procedure contenziose.
Il quadro normativo e l’impegno della VI Commissione Finanze
Lo Statuto dei diritti del contribuente, disciplinato dalla Legge 212 del 27 luglio 2000, rappresenta il pilastro normativo volto a bilanciare i rapporti tra fisco e contribuenti. Nel corso degli ultimi anni, con la riforma fiscale avviata dal Governo, lo Statuto è stato uno dei primi strumenti rivisitati per rafforzare la tutela del contribuente, in particolare attraverso la previsione del contraddittorio preventivo e regole più chiare per interpello e autotutela.
Il processo di revisione dello Statuto testimonia la continua evoluzione del sistema tributario italiano, sempre più orientato a un equilibrio tra controllo e tutela, con strumenti che favoriscano il dialogo e la correttezza amministrativa.