Mutuo fisso o variabile, quale conviene di più nel 2025? La verità segreta delle banche

Mutui casa 2025, calano i tassi: analisi tra fisso e variabile.Cosa cambia e quali sono le prospettiveper il prossimo futuro?

Nel panorama finanziario italiano, la decisione tra un mutuo a tasso fisso o uno a tasso variabile rimane una delle scelte più rilevanti e complesse per chi desidera acquistare una casa. Dopo un periodo di rialzi dei tassi iniziato nel 2022, la Banca centrale europea (BCE) ha intrapreso una politica di tagli che ha modificato gli scenari del credito immobiliare, influenzando significativamente i costi per le famiglie.

Il quadro attuale dei tassi di interesse e le scelte per il mutuo

Dallo scorso giugno 2024, la BCE ha operato otto riduzioni del costo del denaro, portando il tasso di riferimento al 2,15%, un livello non visto da ottobre 2022. Questa politica ha causato un abbassamento degli indici di riferimento dei mutui: l’Euribor a tre mesi è sceso al 2,05%, mentre l’IRS a vent’anni si attesta intorno al 2,97%. Questi valori hanno un impatto diretto sui tassi applicati ai mutui, con il tasso medio sui nuovi finanziamenti per l’acquisto di abitazioni che si colloca ad agosto 2025 al 3,31%, secondo l’ultimo rapporto dell’Associazione Bancaria Italiana (ABI).

Le condizioni di mercato hanno portato a un cambio di paradigma: dopo oltre due anni in cui il tasso fisso era la scelta quasi obbligata per la sua stabilità, il mutuo a tasso variabile sta tornando competitivo. I dati di maggio 2025, rilevati da MutuiOnline.it, indicano un TAN medio per i mutui variabili del 2,88%, lievemente inferiore al 2,98% del tasso fisso, con una rata mensile media più bassa – 878 euro contro 885 euro per un mutuo da 160.000 euro a 20 anni.

Cambiamenti di mutuo fisso e variabile – iccivitella.it

La discesa del tasso variabile è stata favorita dal ciclo di tagli della BCE e dalla diminuzione degli spread applicati dagli istituti bancari, scesi da circa l’1,0% a gennaio 2025 a poco meno dello 0,75% oggi. L’Euribor a uno e tre mesi ha mostrato una progressiva discesa, con previsioni che indicano una possibile stabilizzazione intorno all’1,80% entro fine anno.

Al contrario, il tasso fisso mostra una maggiore stabilità, con l’IRS attorno al 2,68% per i mutui ventennali e al 2,56% per quelli trentennali, e lo spread medio fermo allo 0,35%. Tale situazione rende il fisso una opzione che garantisce certezze sul costo del debito, ideale per chi desidera evitare sorprese nel bilancio familiare.

Valutazioni e strumenti per orientarsi

Nonostante il vantaggio attuale del variabile, la scelta fra i due tipi di mutuo dipende dal profilo di rischio e dalle aspettative sull’andamento futuro dei tassi. L’ABI e gli esperti finanziari sottolineano che, pur essendo più conveniente oggi, il tasso variabile comporta una maggiore esposizione alle oscillazioni di mercato, con possibili aumenti della rata anche significativi in caso di rialzi improvvisi.

Per mitigare questo rischio, è possibile ricorrere alla surroga del mutuo, una procedura che consente di trasferire il finanziamento da una banca all’altra senza costi aggiuntivi, modificando durata e condizioni del prestito. Questo strumento offre una flessibilità utile in un contesto di tassi in evoluzione.

Inoltre, l’utilizzo di comparatori online come MutuiOnline.it si rivela fondamentale per accedere alle migliori offerte, permettendo di confrontare rapidamente tassi, spread e condizioni di spesa accessoria. A maggio 2025, per esempio, le migliori promozioni a tasso fisso offrono un TAN del 2,43%, mentre le migliori offerte variabili si attestano intorno al 2,47%, differenze minime ma significative per il risparmio complessivo.

Published by
Romana Cordova